Trovare il giusto equilibrio tra il lavoro e la vita privata è una sfida per tutti i lavoratori. Oggi è un problema molto sentito che è stato accentuato dallo smart working degli ultimi periodi.
Vediamo come è cambiato negli anni questo equilibrio, perché è importante capire che tipo di lavoratore sei e come cercare di far pendere l’ago della bilancia verso il punto di equilibrio.
Cause dello sbilanciamento
In passato il lavoro terminava necessariamente quando si usciva dall’ufficio e riprendeva la mattina seguente perché non avevamo gli strumenti per restare connessi.
L’evoluzione tecnologica ci permette ora di portare il nostro lavoro ovunque andiamo, sui nostri telefoni e pc. Questa connessione costante al lavoro può rendere più difficile definire chiaramente dove finisce il “lavoro” e inizia la “vita”. Per work life balance si intende:
La capacità di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata.
Negli ultimi anni c’è una tendenza a dedicare più tempo al lavoro. Le cause sono senz’altro legate a richieste di impegno e disponibilità sempre più pressanti da parte di aziende e clienti, di straordinari (che spesso diventano una costante) ma anche alla mancanza di organizzazione personale e al non sapersi dare dei limiti.
Tipi di lavoratori
Come prima cosa è importante prendere consapevolezza di che tipo di lavoratore sei o vorresti essere. I lavoratori si dividono in due tipologie:
- Segmentatori: creano confini rigidi tra la loro vita personale e quella lavorativa.
“Nella mia vita, c’è un chiaro confine tra la mia carriera e i miei ruoli non lavorativi”.
- Integratori: non pongono dei confini ma il lavoro è completamente integrato nella loro vita personale.
“Spesso è difficile dire dove finisce la mia vita lavorativa e dove inizia la mia vita non lavorativa”.
In quale categoria rientri? E soprattutto sei contento di essere in quella categoria?
Il risultato delle più recenti statistiche parla chiaro:
Il 70% dei lavoratori si identifica come integratore ma solo circa la metà di loro desidera esserlo.
Sapere che tipo sei e che tipo vorresti essere ti aiuta a prendere consapevolezza e ad organizzarti meglio per cambiare un po’ le cose.
Cosa dice la ricerca di Google
Tenendo conto di queste due tipologie di lavoratori, il grande colosso informatico Google ha fatto una ricerca sul work-life balance tra i suoi dipendenti.
I risultati di questa ricerca sono molto interessanti: meno di 1/3 dei googler si comportava come un segmentatore e più della metà degli integratori desiderava poter segmentare meglio.
Indipendentemente dalle preferenze, Google ha scoperto che coloro che separano rigidamente la propria vita personale da quella lavorativa sono significativamente più felici, meno stressati e riescono a concentrarsi di più sul miglioramento di un abilità non lavorativa, rispetto a coloro che tendono a confondere i confini tra i due.
Dopo queste evidenze Google ha così deciso di intervenire con dei programmi come quello realizzato nel 2012 nell’ufficio di Dublino chiamato “Dublin Goes Dark”. È stato chiesto ai dipendenti di lasciare i dispositivi alla reception prima di tornare a casa. Molti googler hanno affermato che questo piccolo gesto ha portato un senso di sollievo dallo stress.
Ho vissuto a Dublino nel 2008 e ricordo che quell’ufficio era tutto tranne che Dark la sera, pieno di luci e persone fino a tarda serata. Lo avevo notato mentre mi godevo la mia vita personale da segmentatrice fuori sede alle prime esperienze lavorative 🙂
Work-life balance in Italia
In Italia la situazione non è così sbilanciata. L’ultima edizione del work-life balance index stilato dall’Ocse(Organisation for Economic Co-operation and Development) colloca l’Italia in seconda posizione dopo l’Olanda.
Però le ultime indagini e lo smart working “di necessità” stanno pian piano mostrando un cambiamento nei tradizionali confini tra vita privata e lavorativa. 7 lavoratori su 10 rispondono a mail e telefonate nel tempo libero: il 53% dei lavoratori si occupa di attività lavorative anche in ferie, il 38% si sente obbligato a farlo, soprattutto fra i Millennial.
Perché trovare un equilibrio
Uno sbilanciamento eccessivo verso il lavoro può portare a stress, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e sensazione di non avere mai abbastanza tempo.
Il lavoro non deve soffocare la vita privata ed anche la vita privata non deve essere di ostacolo al lavoro: una buona carriera si costruisce sull’equilibrio.
“Credo che avere successo significhi avere un equilibrio di storie di successo nelle molte aree della tua vita. Non puoi essere considerata una persona davvero di successo nella tua vita lavorativa se la tua vita personale è allo sfascio.” (Zig Ziglar)
Ci sono tante storie di imprenditori che hanno cambiato la propria vita nel momento in cui sono riusciti a trovare il giusto equilibrio, uno di questi è Tim Ferris con la regola 80/20 applicata ai suoi clienti.
La mancanza di questo equilibrio ci fa perdere dei momenti che non torneranno più indietro, per i genitori veder crescere i figli, per i single trovare l’occasione di incontrare la persona della propria vita, per tutti coltivare le proprie passioni, grande carburante di entusiasmo.
L’equilibrio è soggettivo
Il punto di equilibrio varia da persona a persona e può cambiare per la stessa persona nell’arco della vita. È bene chiedersi periodicamente “Sono nel mio giusto punto di equilibrio tra lavoro e vita personale?”
La mia esperienza è stata che fin quando ho lavorato da dipendente lo stacco era netto, all’uscita dall’ufficio iniziava la mia vita personale. Invece da quando ho iniziato la libera professione, ed ho fatto della mia passione un lavoro, mi sono ritrovata ad integrare un po’ le due cose. Inizialmente mi stava bene, l’entusiasmo e la novità hanno contribuito a questa integrazione, ma poi mi sono resa conto di dover mettere dei confini per godermi al meglio anche la vita privata.
Fortunatamente gli studi sulla gestione del tempo e sul miglioramento personale ci forniscono dei modi per cercare di equilibrare la nostra bilancia.
Come trovare un equilibrio
Se sei un segmentatore
Pianifica tutti i task non lavorativi al di fuori dell’orario di lavoro. Probabilmente ti stressa rispondere a chiamate di amici e di familiari mentre stai lavorando, cerca quindi di fare queste cose al di fuori del lavoro, durante la pausa pranzo, la sera o quando stacchi.
Se sei un integratore che è felice di esserlo
Anche se ti senti a tuo agio nell’integrare il lavoro con il resto della tua vita fai attenzione al cambio di contesto. Cerca di non passare continuamente da una parte all’altra della bilancia, rischi di non essere totalmente presente. Gli studi sul task switching dimostrano che la nostra mente ha bisogno di un po’ di tempo per essere totalmente presente tra un contesto e l’altro.
Se sei un integratore che vorrebbe essere un segmentatore
Hai speranza!!! Puoi e dovresti iniziare a stabilire dei limiti e impostare dei confini, sarai più produttivo sia a lavoro che a casa ed anche più soddisfatto.
- Puoi iniziare con azioni piccole e graduali come ad esempio limitare il lavoro straordinario, chiedere più spesso aiuto, evitare di rispondere ad una telefonata di lavoro a tavola o durante il tempo trascorso in famiglia, …
- Puoi poi continuare definendo dei confini ben precisi con clienti e datori di lavoro per chiarire in maniera assolutamente trasparente la tua disponibilità ed imparare a dire di no quando si va oltre i confini. Definire dei limiti non è segno di disinteresse lavorativo o di mancanza di professionalità, anzi è segno di un modo di lavorare efficiente e bilanciato. Dal punto di vista personale potresti rivedere gli equilibri e i carichi familiari col tuo partner.
- Per non lavorare troppo durante lo smart working puoi stabilire un’interruzione che segni la fine del lavoro, qualcosa che simuli il viaggio casa-lavoro.
Una strategia che ho adottato sin dalle prime esperienze di lavoro in remoto, ben 10 anni fa (eh sì, sono una veterana dello smart working), è prendere un appuntamento subito dopo l’orario in cui dovresti staccare. La lezione in palestra era il mio pretesto per concludere in orario la giornata lavorativa. Di questi tempi può essere una chiamata ad un familiare, la lezione di yoga online, la spesa…
Lavorare il giusto… e meglio
L’overwork spesso viene celebrato ma abbiamo evidenze scientifiche che usare le serate, i break, i weekend e le vacanze per ricaricarsi è il miglior modo per tornare al lavoro pieni di energia!
Molte volte la percezione è diversa dalla realtà, chiediamoci quindi se abbiamo trovato il giusto equilibrio
Per evitare il rischio di essere divorati dal lavoro valorizziamo la nostra vita privata. Prendiamo sul serio gli impegni personali, alimentiamo le nostre passioni, diamo valore al tempo in famiglia e con gli amici… solo così riusciremo a definire dei confini ben definiti e ci batteremo per ottenerli. Se iniziamo a lasciar andare gli interessi personali non sapremo neanche perché innalzare questi confini e ci perderemo una fetta di vita che non tornerà mai indietro.
Le tecniche di gestione del tempo e miglioramento personale ci insegnano come organizzarci per trovare questo equilibrio.
Sta a noi decidere se intervenire o se lasciare che la circostanza, il capo o il cliente di turno continuino a mettere pesetti su un lato della bilancia.
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